Buongiorno a tutti,
e ben ritrovati dopo tanto tempo! Mi scuso per questa lunga assenza, ma mi sono sentita un po’ inghiottita da un susseguirsi di eventi e cambiamenti. Questi sentimenti hanno avuto alcune ripercussioni anche nella lettura e così, senza accorgermene, sono entrata in un lungo blocco del lettore. Tuttavia, adesso mi sento pronta a ristabilire il mio equilibrio e a riprendere a dedicarmi alle mie passioni, tra cui la scrittura. Spero che questo spazio possa ritornare ad essere un luogo accogliente e caldo per voi e per me.
Per cominciare vorrei condividere con voi la recensione di questa lettura che avevo scritto la scorsa primavera, ma non avevo mai pubblicato. Spero molto che possa intrattenervi almeno per qualche minuto in questa giornata dai colori autunnali.
Oggi, quindi, parliamo di L’emporio dei piccoli miracoli, un romanzo di Keigo Higashino pubblicato in Italia nel 2018 da Sperling & Kupfer.
Trama:
Tre giovani ladri hanno appena svaligiato una casa in una piccola cittadina di campagna, ma ad attenderli c’è una brutta sorpresa: l’auto con cui sarebbero dovuti scappare non funziona. Presi dall’ansia decidono, quindi, di nascondersi in un vecchio negozietto abbandonato che si trova lì vicino: l’Emporio Namiya. Mentre sono nascosti ad aspettare che il tempo scorra e arrivi il momento più opportuno per fuggire, qualcuno infila una lettera nella buca delle lettere. Questo fatto è particolarmente strano considerando che il negozio è abbandonato da molti anni. I tre ladri, preoccupati che qualcuno possa averli scoperti, decidono di leggere la lettera che, sorprendentemente, si rivela essere una richiesta di consiglio indirizzata proprio all’Emporio Namiya.
I tre ladri vengono a conoscenza della storia risalente a molti anni fa legata a quel piccolo emporio. Si racconta, infatti, che l’anziano proprietario dell’Emporio Namiya rispondesse alle lettere di consiglio e lasciasse le risposte nella cassetta del latte per mantenere la privacy del mittente.
Per gioco e curiosità, i tre ladri decidono rispondere alla lettera ricevuta e di lasciare la risposta nella cassetta del latte. In questo modo ha inizio un fitto scambio di lettere tra i tre giovani e i mittenti di quelle lettere. Ben presto, però, risulta evidente anche un’altra stranezza: le persone che si rivolgono per un consiglio sembrano scrivere dal passato e più precisamente da più di trent’anni prima.
Cosa ne penso?
L’emporio dei piccoli miracoli è una lettura dolce e delicata. Il libro è suddiviso in varie “parti”, le quali racchiudono circa 10 capitoli ciascuna. In ogni parte incontriamo una persona ed entriamo per un piccolo lasso di tempo nella sua vita e nei suoi problemi. Restiamo con lei il tempo necessario perché ci racconti qualcosa di sé e del problema che sta affrontano, poi lasciamo il suo mondo con la sensazione di non esserci mai veramente entrati. Proprio come quando conosciamo una persona o ci troviamo in una posizione in cui ci viene richiesto un consiglio, abbiamo la sensazione che i nostri mondi si uniscono per un attimo ma entrambi sappiamo che ciò che vediamo l’uno dell’altro – così come quello che mostriamo – è solo una piccola parte.
Questo libro mi ha parlato molto di più rispetto ad altre letture e lo ha fatto in modo semplice e senza alcuna presunzione di voler insegnare qualcosa. Forse è stato merito di quel negozietto sospeso nel tempo, ma ho percepito una certa precarietà del tempo e ho avuto la sensazione che ogni racconto fosse transitorio così come la vita delle persone sulla terra.
Durante la lettura, dopo aver letto ogni lettera, mi fermavo a pensare cosa avrei risposto io a quella persona. Non sono mai riuscita a trovare una risposta soddisfacente e questo mi ha portato a riflettere su quanto sia difficile a volte dare buoni consigli. Un’azione spesso sottovalutata, ma che in realtà necessita di grande predisposizione d’animo nell’entrare in contatto con il mondo altrui. Allo stesso modo, mi ha permesso di capire di più anche riguardo a me stessa quando sono nella posizione di chiedere consigli.
“C’è una cosa che ho compreso in tanti anni che leggo queste richieste. In molti casi chi chiede consiglio ha già preso una decisione. Vuole soltanto accertarsi che sia quella giusta. Per questo tra loro c’è chi mi scrive di nuovo dopo aver letto la risposta. Probabilmente perché il contenuto è diverso da quello che si aspettava”.
Tutti noi possiamo rispecchiarci negli autori delle lettere, in quanto i temi trattati sono molto quotidiani: dal lavoro allo studio, dall’amore ai sogni, etc. Da ogni esperienza nascono poi importanti riflessioni sulla vita e sui legami che ci uniscono agli altri.
“Il legame tra una persona e l’altra non si spezza per qualche motivo concreto. Anche se in apparenza può sembrare così, accade perché qualcosa dentro di sé si è spezzato e si cerca poi di trovare forzatamente un pretesto. Se i cuori non si sono allontanati, quando accade qualcosa che potrebbe spezzare il legame qualcuno si adopera per ripararlo. Se non lo si fa è perché il legame si è già rotto.”
Ho amato lo stile di narrazione dell’autore che, grazie ai numerosi espedienti che destreggia abilmente, riesce a trasmettere la sensazione di una vaga inconsistenza come se fossimo spettatori opachi che osservano.
Alla fine del libro mi sono chiesta cosa avrei chiesto io all’Emporio Namiya. Qualche giorno dopo, ho capito che mi aveva già aiutato. In fondo, “non si deve mai ignorare la voce del cuore delle persone”.
E voi lo avete letto? Cosa ne pensate? Fatemi sapere!
Grazie per avermi letto, a presto
Mimi
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Bentornata 😊
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Ciao Mimì, bentornata! ❤
Non conosco la letteratura giapponese; ho letto molto con piacere questa tua recensione, e penso proprio che acquisterò il libro! Ti auguro una piacevole serata!
Un abbraccio. 😉
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Lo avevo iniziato l’anno scorso…poi per vari motivi purtroppo non ho finito di leggerlo. Lo voglio assolutamente riprendere perché mi stava piacendo molto. 😊 grazie per averne parlato
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