Il deserto dei Tartari – Dino Buzzati

Buongiorno a tutti! Sono qui per condividere con voi la lettura che ho appena concluso! 😉

Titolo: Il deserto dei Tartari Autore: Dino Buzzati Pagine: 202 Editore: RCS MediaGroup Anno pubblicazione: 1940 Genere: classici della letteratura
Titolo: Il deserto dei Tartari
Autore: Dino Buzzati
Pagine: 202
Editore: RCS MediaGroup
Anno pubblicazione: 1940
Genere: classici della letteratura

Oggi vi vorrei parlare di una lettura che per me è stata molto difficile, infatti per questo libro vorrei associare la parola “pugno”. Ma questa volta vi spiegherò il perché nella mia opinioni in basso.

Il libro, è un classico della letteratura, è Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati. Questo libro da quando studiavo a scuola mi ha sempre incuriosito, ogni volta che sentivo la trama sembrava permeata di uno strato di malinconia e mi attirava molto, ma allo stesso tempo avevo un po’ di timore. Alla fine dopo essere rimasta davanti al libro, meditando su quello che dovevo fare, in un’attesa che per la mia accompagnatrice è sembrata infinita ( mi chiedo come abbia fatto a non mollarmi ed andarsene, grazie per la tua pazienza se mi stai leggendo) , ho deciso che forse questo era il momento. Considero questa lettura un po’ privata poiché qualcosa che mi ha toccato molto, per questo e altri motivi sono stata indecisa fino all’ultimo se pubblicare questa recensione. Se volete sapere il perché continuate a leggere qui sotto! Ma prima…

Perché non dire qualche parola sull’autore?

Dino Buzzati Traverso è nato il 16 ottobre 1906 ed è morto nel 1972 a Milano. Nelle sue opere tratta con un tono narrativo e fiabesco temi come l’angoscia, la morte, la disperata attesa di un riscatto da un’esistenza mediocre… In tutto ciò, il vero protagonista è il destino che appare imperscrutabile e beffardo. Il romanzo Il deserto dei Tartari segna l’autore tra i grandi scrittori del Novecento italiano.

Ed ecco a voi la trama:

“In una fortezza ai limiti del deserto una guarnigione aspetta l’arrivo dei Tartari invasori. Ma sarà una lunghissima, vana, logorante attesa.”

Cosa ne penso?

La storia inizia con il protagonista, Giovanni Drogo, che viene inviato in qualità di tenente alla Fortezza Bastiani che si trova ai limiti dell’Impero. Questa fortezza sembra quasi fuggire alle coordinate spazio-temporali, infatti tutto sembra sempre uguale, imprigionato nella routine e negli orari. Gli uomini che la abitano sono in una costante attesa: aspettano l’attacco dei Tartari che, però come si capisce si dall’inizio del romanzo, non arriverà mai.

“Tutti quei giorni, che gli erano sembrati così odiosi, si erano ormai consumati per sempre, formando mesi ed anni che non si sarebbero ripetuti mai”

Per questo libro ho scelto la parola pugno perché è questo che ho provato quando l’ho letto: un forte dolore che mi ha pervaso. Gli uomini sono incatenati in una routine che non finisce mai, in cui sembra che il tempo sia bloccato, ma in realtà lui lavora costante e silenzioso e consumando gli abitanti della Fortezza lentamente nel fisico. Loro però vogliono rimanere in parte per orgoglio e in parte perché continuano ad aspettare disperatamente un riscatto dalla propria esistenza: un riscatto che mai avverrà.

Leggere questo libro è stato in questo senso molto doloroso, perché inevitabilmente si finisce per riflettere e capire che forse tutti noi siamo come Giovanni Drogo ad aspettare un riscatto che mai verrà; ma sopratutto anche avendolo capito, nonostante gli altri ci abbiano avvertito in ogni modo, restiamo perché la routine risulta molto rassicurante. Lì ci sembra di avere un nostro posto.

Il pugno sprigionato da questo libro non si ferma qui, ma ne arriva subito un altro quando si parla della giovinezza. Una giovinezza che dapprima sembra infinita mentre tu bambino non vedi l’ora di crescere. Nessuno nota però la sua partenza e poi all’improvviso ti rendi conto che è già finita e non puoi più tornare indietro. In quel momento riesci a capire tutto il buono che c’era in quei giorni lenti che sembravano passare così lentamente.

“Fino allora egli era avanzato per la spensierata età della prima giovinezza, una strada che da bambini sembra infinita, dove gli anni passano lenti e con passo breve,così che nessuno nota la loro partenza[…] ma a un certo punto, quasi istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle nostre spalle, chiudendo la via del ritorno […] Il buono era indietro, molto indietro, e lui ci è passato davanti senza sapere”

Leggendo questo libro la prima reazione che ho avuto è stata di ribellione, di non voler sentirmi anch’io intrappolata; ho provato a dirmi ‘no io non lo sono’. Con il passare del tempo e delle pagine, i miei sentimenti di ribellione a quest’idea e di voglia di dimostrare il contrario, sono diventati una supplica. Per trovare ‘pace’ con me stessa mi sono ingegnata per trovare una piccola cosa che mi permetta di fuggire dalla routine qualche volta, quando ne ho voglia, quando mi starà troppo stretta. Un progetto in cui impegnarmi e che mi permetta di ‘sognare’.

Sono stata molto indecisa sul pubblicare questa recensione perché molto raramente ho provato una sensazione del genere leggendo un libro, è stato orribile, bello e intenso allo stesso tempo. Considero questo libro come una lettura molto privata perché  va a scavare all’interno di ognuno di noi. Credo che forse la bellezza di questo libro stia proprio in questo: ognuno leggendolo proverà sentimenti diversi, avrà riflessioni diverse; ma anche noi, se lo rileggeremo in momenti diversi della nostra vita, sarà sempre come la prima volta.

E voi cosa ne pensate? Avete anche voi provato queste sensazioni leggendo un libro? Qual è la vostra parola da associare? Scrivetemelo nei commenti! Sono molto curiosa di leggere cosa ne pensate voi.

Vi ringrazio per avermi letto anche oggi,

A prestissimo!

Mimi 🙂

6 pensieri su “Il deserto dei Tartari – Dino Buzzati

  1. Ciao Laura, che bella questa tua recensione! Ho letto “Il deserto dei tartari” molti anni fa, dopo aver “conosciuto” Buzzati attraverso la lettura dei “Sessanta racconti”. A parte una forte sensazione di vuoto, ed il nome del protagonista, non ricordo altro di questo libro; è l’occasione per rileggerlo, magari con un nuovo punto di vista! 😉 Buon pomeriggio! ❤

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      1. Scusami, ho sbagliato nome, però 😦 Ho visto il blog/sito identico a quello di Laura, e… vabbè… non è che te la sei presa, vero? Per farmi perdonare ti faccio l’inchino ed il baciamano.

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